mercoledì 7 giugno 2017

Riflessioni generali intorno al concetto di Arte.




Sento l'esigenza di scrivere questo articolo mossa da un sincero e spontaneo moto di Amore e impegno verso quella che, a mio avviso costituisce una dimensione dell'esistenza troppo poco considerata nella società attuale.
Mi riferisco alla dimensione dell'Arte.
Per farlo, riprendo il discorso che fu iniziato nel 1910 da Wassily Kandinsky e precisamente in questo articolo mi riferisco all'introduzione del saggio "Lo spirituale nell'Arte" dove vengono sollevate questioni che continuano adesso a costituire un punto fondamentale per la seria riflessione artistica.
Il fatto che a certe tematiche non venga riconosciuto il giusto valore è solo la conferma dei tempi in cui ci stiamo muovendo.

Dice Kandinsky "Nella nostra anima c'è un'incrinatura che, se sfiorata, risuona come un vaso prezioso riemerso dalle profondità della terra e che sia, appunto, incrinato".

Questa semplice frase contiene in se stessa un potenziale universale. Una favola indiana racconta di un PORTATORE D'ACQUA che aveva due vasi ciascuno sospeso alle estremità di un palo che portava sulle spalle



Uno dei vasi aveva una crepa, l'altro era integro. Il vaso crepato provava vergogna di non riuscire a compiere perfettamente il suo compito di portare acqua.
La sua attenzione era rivolta verso l'altro vaso, quello integro e così non notava che l'acqua persa a causa delle crepe serviva ad innaffiare i semi che il portatore d'acqua piantava al suo passaggio, proprio nei punti in cui l'acqua cadeva. In questo modo, grazie proprio al difetto del vaso rotto, si verificava una fioritura meravigliosa.

Una frase illuminante di Leonard Cohen dice: "c'è una crepa in ogni cosa ed è da lì che entra la luce"

Ma torniamo alle parole di Kandinsky circa l'Arte e la funzione dell'artista:
"L'artista",-scrive nell'introduzione al saggio Lo spirituale nell'arte- cercherà di suscitare sentimenti più delicati, senza nome. La sua è una vita complessa, relativamente aristocratica e le sue opere daranno allo spettatore sensibile emozioni sottili, inesprimibili a parole. Attualmente però lo spettatore è quasi sempre incapace di emozioni [...] queste opere impediscono all'anima di involgarirsi e ne tengono viva la tensione come la chiave dell'accordatore tiene tese le corde di uno strumento".
Kandinsky mette l'accento su un punto fondamentale che purtroppo è drammaticamente trascurato da chi si occupa di Arte in questo momento e cioè il rispetto e l'attenzione verso il fruitore dell'opera.
L'artista che voglia davvero essere degno di questa definizione dovrà fare i conti col suo ego, vigilare affinchè i riflettori non siano puntati verso la sua persona, l'artista deve riappopriarsi del suo ruolo di strumento al servizio del prossimo, solo così avrà un senso la sua presenza.

L'artista è chiamato a compiere una scelta interiore, la scelta che nel linguaggio del Tarot è rappresentata dalla carta numero VI, l'Amoreux, che rimanda alla prova che affrontò Ercole quando si trovò al bivio.                                                                                                                                                   

(Annibale Carracci, Ercole al bivio, 1595 circa)

 (Carta VI Tarot di Marsiglia, la SCELTA. Prima tappa dell'integrazione del Sesto raggio cosmico o Raggio di Amore)
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  Kandinsky aveva sentito questa scelta capitale e l'aveva magistralmente indicata nell'introduzione al saggio, da cui sto traendo linfa per portare avanti la mia ricerca:
"Dove va l'anima dell'artista coinvolta nella creazione?" si chiede Kandinsky, "cosa vuole annunciare?"
"Illuminare la profondità del cuore umano è il compito dell'artista" (Shuman) e "il pittore è un uomo che sa disegnare e dipingere tutto" (Tolstoj).
Queste sono le due opzioni secondo Kandinsky.

Ogni serio ricercatore che faccia Arte deve avere la possibilità di scegliere, in totale libertà. Quella LIBERTA' di cui si parla tanto in questo periodo per altri motivi, la libertà che nasce dalla CONSAPEVOLEZZA. Se non abbiamo Coscienza siamo destinati a seguire il flusso che porta drammaticamente verso l'involuzione.
E' solo attraverso una presa di Coscienza che si può decidere, è solo facendo luce sulla possibilità di una scelta che si può esercitare il nostro diritto di scelta.
Non credo che attualmente si possa parlare di libero arbitrio, quello che vedo è solo un'umanità privata completamente di ogni possibilità di scelta, bombardata da informazioni manipolate finemente che hanno lo scopo di indurre a pensare una realtà conforme agli interessi di un ristretto numero di persone, non proprio benefiche al proseguimento della specie...

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