venerdì 18 aprile 2025

Venerdì Santo




E sai cosa ti dico? 

Ti dico che la vita è bella proprio perché è spietata, spietatamente dura, ingiusta. Si muore si, ma fosse solo quello...prima di morire si soffre come cani, ci si contorce nell'orrore e si urla all'ingiustizia e si bestemmia un Dio di cui non sappiamo niente, si ipotizza la sua esistenza o la sua non esistenza, senza riflettere sul fatto che la negazione non fa altro che affermare l'oggetto negato, ma va bene così. 

È un bellissimo caos di pseudocertezze che danzano un ritmo ora armonico ora dissonante. 

Le certezze

Rido.

Ma di cosa vuoi essere certo?

Del divano nuovo che hai appena comprato ed è in garanzia?

Le sicurezze.

Rido.Rido. E Rido. 

E’ solo una questione di tempo e il tempo si sa…è galantuomo.

…e la ragione..eh già, hai ragione. 

Si si, nessuno te la tocca la ragione, ma non serve a niente, sai cosa ci fai con la ragione? 

Caro Cartesio, tu e la tua ragione. 

La ragione è dei cretini.

“ Così non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora”  ha detto mentre aspettava che arrivassero a prenderlo. Lo sapeva già e lo aveva detto, ma nessuno capiva…la profezia è compiuta ho scritto una volta, saperla non serviva a fermarla.

Eh no, non sono stati capaci di vegliare…e se non ce l’hanno fatta neanche loro, non credo che ce la farà nessuno, basta vedere cosa sta accadendo adesso nel mondo.

Però ci hanno costruito una chiesa sopra allo stato di sonno, una chiesa che si sgretola nel nulla quando arriva Nostra Signora.

Venerdì santo, sono le sei di pomeriggio, il peggio è passato.

Adesso arriva la festa, 

per gli agnelli no però…non serve a niente il loro pianto, 

Sfortuna vuole che siano tanto buoni

E che una volta all’anno il dramma si ripeta ciclicamente

E loro fanno parte del banchetto

Della festa

La festa dell’orrore

E sai cosa ti dico?

Ti dico che la vita è bella anche per questo 

La tragedia dell’essere umano 

La tragedia dell’errore

La tragedia del dolore

La tragedia dell’orrore

Non lo senti quanto è tragicamente bello tutto questo?


sabato 5 aprile 2025

La morte della fenice nella terra di nessuno (flusso di coscienza ispirato dall’opera di Goya: Saturno Chronos divora la testa dei suoi figli)

 



Dice che quando il vaso è pieno esce tutto sono serate come questa sarà il rhum avrei voluto dire un sacco di cose e come sempre sono stata zitta perché sono inetta aveva ragione Svevo meglio fare un’azione di autoipnosi e convincere il proprio inconscio di stare bene ma non voglio perché mi è dolce naufragare in questo mare Lacan mi amerebbe lo so ma anche Jung mi amerebbe e forse tutti quelli che arrivano a vedermi mi amano il problema è che io non riesco a starci dentro a questa cosa che è la vita e ci sono serate come questa che mi vengono tutte fuori e  mi manca il padre adottivo il Maestro e poi tutte le persone a cui ho voluto bene e che ho lasciato perché ho deciso di rinascere uccidendomi in vita ma morire è difficile morire in vita vuol dire uccidere tutto e ricominciare da zero lo sto facendo per mio padre che è Saturno Chronos del quadro di Goya quello che divora la testa dei suoi figli con quell’espressione disperata e la tragedia è che non è cattivo e io l’ho capito e mi si spezza il cuore di pietà umana mentre mi divora la testa a morsi così mi fa anche più male perché perdo la testa e mi viene un infarto di dispiacere e vedo gli errori e vedo la vita e ho cinquant’anni sono arrivata a metà o forse più e ancora non ho fatto quello che il mio demone vuole avevo detto che ce l'avrei fatta e ogni volta che mi sembra di essere arrivata lui dice no il daimon è un tiranno e quando non capisco più niente si gioca la carta amore e era arrivato anche lui che aveva detto sono vite che ti cerco e io ci avevo creduto e forse adesso ci crede lui ma è tardi è una questione di tempi che devono coincidere e non è detto che coincidano il caso allora esiste o forse no questa è la terra di nessuno e siamo come naufraghi in un flusso di caos senza senso.



AUTORE: FRANCISCO GOYA
DATA: 1820-1823
TECNICA: OLIO SU INTONACO TRASPORTATO SU TELA
DIMENSIONI: 143,5 x 81,4 cm
UBICAZIONE: MUSEO DEL PRADO, MADRID