"Adonai Al-ma Nahash Betohy?" ("Dio, perché il Serpente è in me?")
"Quando vogliono scrivere il Mondo, pongono un Serpente che divora la sua coda, figurato di varie squame, per le quali figurano le Stelle del Mondo. Certamente questo animale è molto grave per la grandezza, si come la terra, è ancora sdruccioloso, è simile all’acqua: e muta ogn’ anno insieme con la vecchiezza la pelle. Per la qual cosa il tempo facendo ogn’ anno mutamento nel mondo, diviene giovane. Ma perché adopra il suo corpo per il cibo, questo significa tutte le cose, le quali per divina provvidenza son generate nel Mondo, dovere ritornare in quel medesimo".
Così Orapollo descrive il serpente nel suo Hieroglyphica.
Nell'Alchimia,il serpente che si morde la coda, l'Ouroboros rappresenta l'eterno ciclo della vita che finisce e ricomincia attraverso il compimento delle tre fasi dell'opera alchemica (nero, rosso, bianco), opera che può essere compiuta da chi possiede l'oro interiore, cioè la capacità di trasformazione.
A livello simbolico il serpente assume significati positivi e negativi. Da sempre è associato all'arte medica, basti pensare al simbolo delle farmacie che vede un bastone (il bastone di Esculapio) avvolto da un serpente, o il caduceo avvolto da due. Spiegare i motivi che sono alla base di questa differenza ci porterebbe lontano dal senso di questo articolo, cito solo il Livres des figures Hièroglyphiques, dove, a proposito dei due serpenti, trovo scritto che: "Questi sono i due serpenti avvinghiati al caduceo di Mercurio, da cui egli deriva il proprio grande potere e che assume qualsiasi forma egli voglia..Quando i due serpenti vengono messi nella fossa mortuaria si mordono l’un l’altro crudelmente.. Attraverso la putrefacio perdono la loro precedente forma naturale per assumerne una nuova e più nobile"
Anche l'Hermite del Tarot impugna un bastone che, a ben guardare, bastone non è ma ha la forma di un serpente....
Il serpente è un animale che si rigenera, cambiando la sua pelle, abbandona il vecchio involucro e lo sostituisce con uno nuovo. Il suo veleno,se da una parte può causare la morte, dall'altra costituisce un elisir molto potente capace di donare la vita eterna.
Nel mito del paradiso terrestre è il serpente che suggerisce alla donna di tentare l'uomo a mangiare il frutto dell'albero della conoscenza.
Il femminile e il maschile, da un punto di vista gnostico, disubbidiscono all'imperativo che voleva che il buono fosse separato dalla conoscenza. Mangiando la mela, danno inizio alla storia dell'uomo, compiendo un atto di rivolta contro il principio creatore, decidono di essere all'altezza di capire le leggi che governano il mondo.
La situazione attuale dell'umanità, ma anche i cicli storici, ci inducono a pensare che forse era meglio non mangiare la mela...ma è inutile piangere sul latte versato, questa è la situazione.
I Perati, una comunità gnostica, identifica nel serpente il Redentore, e in Gesù-Cristo una sua particolare e contingente incarnazione.
Quanto lontano da ciò che ci insegna la nostra religione, che vede invece nel serpente il simbolo di tutti i mali del mondo.
Quando il simbolo del serpente si unisce alla donna, ne deriva sciagura.
Basti pensare a Lilith il demone, la "diavolessa" come la definisce Primo Levi, "La prima moglie di Adamo" come dice Mefistofele a Faust (per chi non avesse capito mi riferisco al Faust di Goethe).
In fondo non è Eva che ascolta il serpente e induce il povero ingenuo e puro Adamo a mangiare la mela? (Come se non fosse bastata la costola...)
Sempre colpa della donna, tutto il male del mondo deriva dalla donna.
Meno male che hanno abolito i roghi, almeno quelli fisici.
Ma la donna non è il serpente.
C'è un grosso equivoco in questo passaggio.
E se avessero ragione i Naasseni (o Ofiti) che veneravano proprio il serpente come primo latore della conoscenza?
Questa scuola gnostica del II secolo, ritenuta ovviamente ereticissima, partiva da un presupposto che, solo a dirlo si sente ancora odore di rogo: LO SPIRITO SANTO E' FEMMINA. Secondo i Naasseni, il Padre di tutti (primo uomo) aveva originato il Pensiero (il figlio) e l'Agape o Spirito Santo (la prima donna).
Che atrocità.
Eppure questa assurdità trova una corrispondenza molto precisa in ciò che viene disegnato dentro un altro grande libro muto tornato in vita in questo XXIesimo secolo grazie al restauro fatto da due grossi personaggi viventi: Philippe Camoin e Alejandro Jodorowsky.
Mi riferisco al TAROT che, è bene sempre ricordarlo, non è "le carte" o "i tarocchi".
E' un'altra cosa, è un libro muto per immagini, più vicino all'alchemico MUTUS LIBER che non a tutti gli altri mazzi di tarocchi conosciuti.
Il grande pregio di questo libro è proprio quello di usare un linguaggio moderno, visivo, simbolico, comprensibile da tutti proprio perchè si avvale di immagini e non di lingua scritta o parlata.
Se guardiamo la carta finale del mazzo, la XXI appunto, che rappresenta il mondo, vediamo che al centro di una "mandorla" vi è una figura femminile. La carta finale del Tarot rappresenta la tappa finale di un percorso di conoscenza, il percorso che ogni discepolo compie nel suo viaggio in questa vita, ed è una donna. E se volessimo proprio rivelare un segreto nascosto, il serpente è rappresentato anche in questa carta, ben celato però perchè trasformato nella sua evoluzione: l'Aquila. Ma qui mi fermo perchè il discorso si sposterebbe su altri argomenti e rischierei di andare fuori tema.
Ma che donna?
Chi è questa donna nuda che danza felice, con in mano una boccetta contenente chissà cosa (profumi? olii? balsami? cure?).
Questa donna è il Femminino in tutte le sue manifestazioni, la porta cosmica, la cura di tutti i dolori che il lungo percorso della vita infligge ad ogni essere presente sulla terra.
Saremo tutti d'accordo per esperienza direttissima,nel dire che la vita non è una passeggiata...ecco.
La carta finale del Tarot è la ricompensa al lungo soffrire dell'uomo ed è femmina.
Gli equivoci a questo punto si sprecheranno come si sono sprecati.
"Non ti curar di loro ma guarda e passa" ha detto Qualcuno e ha aggiunto "Chi ha orecchie per intendere, intenda".
A conclusione di questo articolo che vuole essere solo un piccolissimo contributo ad un tema infinito, dico che la donna serpente,per mia esperienza diretta, rappresenta il lato magico e nascosto del femminino, la via iniziatica femminile, la capacità e anche il dovere che ha la Donna di scendere fin nelle viscere della realtà per trasformare, come fa il serpente quando cambia pelle , e per portare quei balsami potenti che la sua natura le conferisce. Balsami curativi. La donna serpente quindi, si carica del peso di portare addosso tutte le proiezioni più marce e oscure di una società corrotta e bigotta come la nostra, si "inabissa" forte e consapevole del potere che la sua natura femminile le conferisce e porta luce e balsami curativi, nei lati più oscuri di ogni essere vivente, sempre che questi sia all'altezza di guarire.
Questo articolo è dedicato alle Donne serpente della storia, dell'arte e delle religioni: Margherita e Maria Maddalena solo per citare le mie preferite.
Nel Romanico troviamo la donna raffigurata anche, ma non solo, mentre allatta i due serpenti (quelli che nella putrefactio si distruggono a vicenda)
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