giovedì 25 maggio 2017

DITTICO FUORI/DENTRO


AUTORITRATTO LA SFINGE (collage)/ SENZA TITOLO (presenza)






 La sfinge  è una figura mitica che appare in moltissime culture, dal sud est asiatico, passando attraverso la Grecia per arrivare alla nota sfinge egizia della piana di Giza.
Numerose tradizioni e miti sono collegati a questa enigmatica figura, pensiamo per esempio alla sfinge custode dell'ingresso della città di Tebe, il cui indovinello dette del filo da torcere ad Edipo.
La sfinge simboleggia l'enigma dell'esistenza stessa.
Entrare in contatto con la dimensione interiore che racchiude il simbolo della sfinge è un'esperienza importante di crescita nel cammino di conoscenza di se stessi perchè il simbolo della sfinge arriva nel momento in cui si accetta di abbandonare il territorio del conosciuto e, per amore di conoscenza o, come nel mio caso, per necessità, ci si addentra nel mistero. La sensazione che si prova è quella di lanciarsi senza paracadute che poi è l'unico modo certo per scoprire se le tanto sudate ali che ci siamo costruiti sono adatte per il volo.
Come elemento appartenente al piano simbolico, la Sfinge ha una valenza universale, la si trova dentro di noi, ma i segreti che cela appartengono a tutti.
La sfinge è una guardiana quindi, una guardiana femminile che custodisce un segreto. Nella mia esperienza la sua figura ha la stessa funzione delle divinità irate che stanno a protezione dei templi o dei gargoile delle cattedrali gotiche.
La sfinge è una presenza interiore silenziosa che c'è, ma non si vede, non può essere "evocata" in nessun modo, essa compare con tutta la sua potenza nel momento in cui qualcosa o qualcuno arriva al suo cospetto e questo non è detto che accada. Si può vivere una vita intera senza minimamente avvertire la presenza di questa guardiana invisibile.



La cosa interessante è che la sua funzione esula da qualsiasi tentativo di controllo o "raggiro" e soprattutto il fatto di manifestare la sua presenza attraverso un quadro per esempio, non vuol dire esserne padroni.
Incontrarla significa prendere atto che esiste e vive di vita propria...sicuramente ama la luce e la chiarezza e custodisce tesori importanti, tesori dei quali non possiamo avere esperienza finchè non saremo riusciti a passare attraverso di lei. Risolvere l'enigma della Sfinge diventa quindi una vera e propria prova, l'esito positivo o negativo è ininfluente ai suoi occhi, come tutto ciò che appartiene al mondo invisibile, la Sfinge c'è sempre stata e sempre ci sarà, fa parte di quella realtà che sfugge ad ogni tentativo di spiegazione logico-razionale.
 Come una guardiana della soglia segue leggi e logiche delle quali l'uomo, ordinariamente, è ignaro.

Questa tela è accompagnata da un'altra, insieme formano un dittico e creano un movimento percettivo. Come la sfinge cattura l'attenzione e porta dentro, il quadro che la accompagna svolge la funzione esattamente opposta, si protende verso l'osservatore, esce e va incontro. Sono due movimenti opposti dell'anima, entrare e uscire, che rappresentano esattamente l'esperienza che vivo.



 SENZA TITOLO (presenza) nasce in seguito all'incontro con una figura che ha assunto nel tempo un ruolo centrale nella mia vita. Una figura di luce, sulla natura della quale preferisco non scendere troppo in dettaglio perchè nemmeno io so bene circoscriverla in una definizione. Mi limito quindi a dire che ha avuto e continua ad avere nel mio vissuto una funzione salvifica ed equilibrante perchè costituisce una guida e una fonte continua di preziosi suggerimenti su come affrontare le difficoltà sollevate dalla presenza della sfinge. Laddove l'una applica freddamente una Legge che può apparire spietata, l'altra interviene a colmare i vuoti e le desolazioni attraverso flussi di amore e comprensione infiniti.
Laddove una chiude e si ritrae, l'altra apre e va incontro. Grazie a questa presenza ho potuto avvicinarmi all'esperienza di cosa sia l'Amore: una frequenza vibratoria altissima, capace di trasformare completamente l'essere per farlo accedere a piani di Coscienza superiori.
Credo che l'una non possa esistere senza l'altra e io, come canale, mi trovo in mezzo, indossando le maschere che le varie situazioni della vita richiedono.




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