mercoledì 19 settembre 2018

Illusioni, fraintendimenti, interpretazioni nel percorso spirituale.


Parlare di questo tema corrisponde ad un atto che, in termini di percorso spirituale, ha una sua Responsabilità.
Troppo facile infatti assumere un atteggiamento oppositivo nei confronti dell'oppositore...
La prima domanda che mi sorge, nell'accingermi a portare una testimonianza viva di quello di cui sto scrivendo, è: cosa vuol dire "percorso spirituale"?
Già questa domanda apre a una rosa di risposte che definire "mistica" equivarrebbe a evocare potenti proiezioni di significati, corrispondenti a esperienze che poco hanno a che fare con ciò di cui sto parlando.
La curiosità che muove la domanda potrebbe allora essere concentrata sull'aggettivo "spirituale", cosa si intende con questa parola?
Spirituale è tutto ciò che attiene allo "spirito", inteso comunemente come ciò che si contrappone alla "materia". Contrapposizione che, a ben vedere, non esiste, infatti la fisica quantistica lo ha detto che tutto è materia a livelli diversi di densità e (quindi) vibrazione.
Quando si tira in ballo il termine "spirituale" si dovrebbe immediatamente associare il termine "fraintendimento", non con intenti polemici o di fazione, ma solo per il riconoscimento dell'importanza del discernimento in ambito di "percorso".
Ed ecco che ci riallacciamo alla domanda di partenza: cosa si intende per "percorso spirituale"?
A questo punto il lettore attento starà sperimentando una specie di "brain storming", così è stato definito il momento in cui il mentale inferiore inizia a non reggere più.
Questo è un rischio serio in qualsiasi vero percorso, basti pensare alla parabola di Nietsche.
Non è una questione di "follia", troppo facile sarebbe bollare la questione con questa definizione e fortunatamente una parte di scienza della mente e del suo funzionamento, ha intrapreso percorsi di studio che all'epoca erano considerati pionieristici e quindi avversati (basti ricordare il rapporto tra Jung e Freud).





I disturbi neuropsichici legati allo sviluppo spirituale sono stati segnalati da un grandissimo psichiatra del passato: Roberto Assagioli.
Assagioli ha il grande merito di aver detto che non tutti i pazzi sono mistici e non tutti i mistici sono pazzi e che se un mistico vero viene curato come un pazzo in realtà viene reso pazzo e questo è il gioco dell'avversario prestato alla psichiatria.
Nel libro mai abbastanza riletto Il maestro e Margherita, Bulgakof affronta questo tema attraverso la letteratura.



Cercare di districare la matassa di lana caprina che emerge inevitabilmente nel momento in cui si tira in ballo la parola "spirituale" equivarrebbe ad avere un moto di follia divina, credibile ai miei occhi solo all'interno di una realtà di stampo francescano e con francescano intendo qualcosa di scalzo e felice.
Il percorso spirituale è difficile.
Questa è la prima cosa che non dovrebbe mai mancare di essere ricordata a tutti coloro che pensano che la spiritualità non abbia un prezzo. E' da questa difficoltà che nasce la necessità di testimonianza e l'afflato reale alla condivisione.
In questo punto del percorso, l'ego dovrebbe essere già stato raffinato al punto di essere docile e complice. Quando avviene, per me significa che il percorso è vero. Diciamo che il maestro si riconosce dalla prova che sta affrontando e la necessità drammatica di "maestri" è una delle urgenze principali del tempo che viviamo. Inoltre in un percorso spirituale tradizionale, la figura maschile del maestro è necessaria in quanto punto fermo intorno a cui ruotino potenti energie di elevazione.
Interpretare il percorso spirituale significa secondo me, parlare di se stessi fino ad un certo punto e poi seguire una strada che si perde nella Luce.




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