(Paul Delvaux, conversazione)
vanità
[va-ni-tà] ant. vanitade, vanitate
s.f. inv.
1 Fatuo compiacimento di sé e dei propri pregi, reali o presunti, accompagnato da smodato desiderio di ammirazione e di plauso
2 Inconsistenza, carattere di ciò che è privo di sostanza effettiva, di reale valore, di fondamento.
3 Inutilità, carattere di ciò che è privo di effetto reale, di efficacia
4 lett. Carattere di chi è vano, vuoto, privo di consistenza materiale
1 Fatuo compiacimento di sé e dei propri pregi, reali o presunti, accompagnato da smodato desiderio di ammirazione e di plauso
2 Inconsistenza, carattere di ciò che è privo di sostanza effettiva, di reale valore, di fondamento.
3 Inutilità, carattere di ciò che è privo di effetto reale, di efficacia
4 lett. Carattere di chi è vano, vuoto, privo di consistenza materiale
Dove ci conduce la vanità? Il savio ha mille ragioni quando afferma che la vanità è la nemica della felicità.
Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos, Le relazioni pericolose, 1782
Tutte le relazioni umane sprofondano nelle paludi della vanità e dell'egoismo.
Sándor Márai, Le braci, 1942
Sándor Márai, Le braci, 1942
Non esiste vanità intelligente.
Louis-Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte, 1932
Tutto è vanità solo vanità
vivete con gioia e serenità
state buoni se potete
tutto il resto è vanità
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