Questo è quanto riporta un cronista svedese circa la situazione in cui si trovava l'umanità nel 1348, quando l'Europa fu decimata da una grande epidemia di peste che uccise circa un terzo della popolazione del continente.
Racconta Boccaccio nel Decamerone, prima giornata:
"E erano alcuni li quali avvisavano che il viver moderatamente, e il guardarsi da ogni superfluità avesse molto a così fatto accidente [la peste] resistere: e fatta lor brigata, da ogni lato separati viveano; e in quelle case ricogliendosi e rinchiudendosi dove niuno infermo fosse, e da viver meglio, dilicatissimi cibi e ottimi vini temperatissimamente usando, e ogni lussuria fuggendo, senza lasciarsi parlare ad alcuno, o volere di fuori, di morte o d'infermi alcuna novella sentire, con suoni e con quelli piaceri che aver poteano si dimoravano"
Oggi, dicono, la peste non sarebbe più un problema, la scoperta di antibiotici come la streptomicina e la tetraciclina ha eliminato completamente questa terribile piaga.
Eppure i due brani che ho riportato sono di un'attualità agghiacciante.
Non rendersi conto di questa cosa significa dormire sogni che ormai appartengono a una visione positivistica della vita che ha fatto il suo tempo.
Le immagini dell'orrore circolano sul web, sono davanti a tutti, siamo pieni di denunce, bambini morti, corpi appezzati, macelleria in bella vista, credo che lo scenario che ci si presenta ogni giorno non sia molto diverso da quello che vedevano durante la grande epidemia.
L'unica differenza e' nella manifestazione.
All'epoca era molto più visibile, un bubbone è un bubbone, come un tavolo è un tavolo. Difficile non riconoscere un appestato.
La mia convinzione è che la peste sia semplicemente mutata di manifestazione.
Prima colpiva l'aspetto più grossolano dell'essere umano, il corpo fisico.
L'anitibiotico l'ha solo spostata su piani più sottili e resa meno individuabile.
La mia teoria è che la peste non sia stata sconfitta, ma si sia solamente trasformata. Leggo che l'agente eziologico responsabile di questa terribile piaga si chiama Yersina pestis, un "coccobacillo gram negativo, non capsulato, aerobio ed anaerobio facoltativo, immobile, non sporigeno, catalasi positivo, ossidasi ed eurasi negativo. Resistente all'oscurità in un microclima che rispetti quello delle tane dei roditori, può sopravvivere per numerosi anni nei sedimenti"...grazie al microscopio abbiamo anche le fotografie di questo batterio.
Abbiamo una descrizione perfetta, la scienza si è resa sarto inappuntabile costruendo un vestitino su misura, prendendo le misure, colorando, fotografando, studiando comportamenti è riuscita a combattere il nemico.
Ma se il nemico fosse più potente? Questo la scienza non lo ha nemmeno preso in considerazione e d'altronde non avrebbe potuto perchè un'obiezione del genere non appartiene alla sua logica.
Una riflessione di questo tipo appartiene ai visionari, agli artisti, ai pazzi.
Mangio la foglia e mi vesto da folle visionaria, questo mi permette di dire quello che sento da molto, troppo tempo. Lo sento e purtroppo lo vedo.
Sono profondamente convinta che il coccobacillo sia passato su piani più sottili e abbia continuato indisturbato la sua missione. Gli effetti li vediamo ogni giorno sempre di più, ma attenzione! Siamo tutti un pò appestati, se non lo fossimo, vivremmo in pace e la fratellanza e solidarietà sarebbe l'ovvia conseguenza. Utopia sarebbe chiamata Vita ordinaria e la guerra sarebbe considerata come la dimostrazione di totale imbecillità. Le persone comunicherebbero usando il cuore e questo non sarebbe considerato segno di ingenuità o infantilismo. I bambini sarebbero ascoltati e rispettati in quanto portatori di energia pulita. Ci si guarderebbe negli occhi con fiducia e si collaborerebbe a elevare le vibrazioni del pianeta.
Il pianeta, già...Gea, questa sconosciuta che ci ricorda periodicamente che siamo ospiti indesiderati, sporchi, ingrati, ciechi e morti. In una parola, appestati.