mercoledì 11 settembre 2019

Nietzsche e Leopardi, oscurità e luce, una coppia indissolubile sotto l'egida di Arimane


Cosa unisce il pensiero di Nietzsche e Leopardi?
Lungi dal voler addentrarsi in una riflessione esaustiva sul pensiero di entrambi, impresa che definire presuntuosa e impossibile è poco, mi piacerebbe coinvolgere il lettore attento in quello che mi si palesa circa l'incontro con Arimane, incontro che ha caratterizzato il percorso speculativo sia di Nietzsche che di Leopardi.
Arimane detto anche Angra Mainyu, Ahreman, Ahriman, è una figura centrale dello zoroastrismo, una delle religioni più importanti dell'Asia Centrale. Entità malvagia e distruttrice, si oppone a Spenta Mainyu, spirito del bene, che nella religione cattolica è chiamato Spirito Santo.



le testa di Arimane, scolpita nel legno da Rudolf Steiner

Secondo Rudolf Steiner, le entità che maggiormente influenzano il destino degli uomini sono Arimane, Lucifero e Cristo.
Personalmente posso assumermi la responsabilità di dire di aver incontrato le seconde due, attraverso esperienze di vario tipo e natura che, in quanto artista, hanno caratterizzato la mia produzione fino ad oggi.
Per quanto riguarda la prima invece, oggetto del presente articolo, credo di essere a dare testimonianza diretta del mio incontro, che avviene in un terreno "neutro" e cioè in quello della pura speculazione del pensiero.
Per farlo mi avvalgo dell'eredità lasciata da quello che considero uno dei punti di riferimento imprescindibili per chi, armato di sincero e disinteressato amore per la conoscenza, si accinga al difficile e pericoloso cammino della ricerca spirituale o sarebbe meglio dire della conoscenza di ciò che sottende alla manifestazione degli eventi...la trama nascosta insomma, l'invisibile che si cela dietro al visibile; sto parlando di Rudolf Steiner, gravemente misconosciuto dalla cultura accademica "ufficiale".


Nel testo "La mia vita",a pagina 193, Steiner racconta di come fu chiamato dalla famigerata Elisabeth,sorella di Nietsche, a sistemare l'archivio del fratello a Naumburg e a Weimar. 
Scrive Steiner:
"[...]rimango tuttavia grato (tuttavia perchè l'esperienza fu foriera di grandi turbamenti per Steiner. ndr) alla signora Forster-Nietzsche per avermi condotto nella camera di Nietzsche durante la prima delle molte visite che le ho fatto. Là, disteso sul divano, giaceva l'Ottenebrato, con la sua fronte mirabilmente bella di artista e di pensatore. Erano le prime ore del pomeriggio. Gli occhi, pur essendo spenti, apparivano ancora pervasi d'anima; ma di quanto li circondava non accoglievano più che un'immagine a cui era ormai negato l'accesso all'anima. Stavamo dinnanzi a lui, ma Nietzsche non lo sapeva....e si presentò alla mia anima l'anima di Nietzsche, quasi librata sul suo capo,illimitatamente bella nella sua luce spirituale; liberamente aperta ai mondi spirituali nostalgicamente invocati, ma non trovati, prima dell'oscuramento: incatenata però ancora al corpo, conscio di essa soltanto quando il mondo spirituale era ancora per lei nostalgia. L'anima di Nietzsche era ancora presente, ma poteva tenere solo dal di fuori quel corpo che le aveva impedito di espandersi nella pienezza della sua luce finchè era stata da esso circoscritta[...]".
Steiner spiega come Nietsche uomo crollò sotto il carico di idee troppo forti e dice anche che una delle ultime opere, e cioè "L'Anticristo" sia in realtà stata scritta da Arimane stesso, attraverso di lui. Arrivare a toccare certe entità che esistono e sono sempre esistite, significa rischiare il collasso mentale, come è successo a Nietzsche. 
Arimane infatti, a differenza di Lucifero, è colui che spinge verso la materializzazione e la morte dello spirito, la forza che porta al materialismo più ottuso, la negazione di tutto ciò che non è riconducibile entro le ristrette capacità esperienziali umane. E' il grande iniziatore della civiltà contemporanea occidentale, anzi, a dirla tutta Steiner ci ha lasciato anche un'inquietante predizione e cioè che Arimane sarebbe ritornato proprio in questi tempi e che avrebbe preso corpo in un essere umano vivente.
Da un punto di vista escatologico la cosa ha un senso: si sente molto parlare del ritorno di Cristo, non vedo perchè non si dovrebbe intendere il ritorno di Arimane.
Detto questo, la riflessione che propongo è arrivata a un punto fondamentale e cioè: cosa lega Leopardi a Nietzsche.
Dal mio punto di vista, nella figura di Arimane e nella fine della parabola umana di entrambi, si possono trovare interessanti punti in comune dai quali trarre preziose indicazioni circa il modo più vantaggioso di orientare la propria vita, sempre che si avverta la nostalgia di una possibilità di salvezza.
Sappiamo che nel 1835 Leopardi scrisse l'inno ad Arimane, nel quale si rivolge direttamente al dio del male invocando pietà e chiedendo solo una cosa: la morte.
Lo riconosce nella sua evidenza e ne canta la potenza e la vittoria. Un Leopardi sconfitto quindi, che getta la spugna consegnandosi al pessimismo cosmico.
La differenza tra i due però emerge proprio nell'ultima fase della vita, quella che precede la morte fisica.
Mentre da una parte abbiamo la figura maestosa e tragica dell'Ottenebrato, lasciataci dall'incontro diretto che con Nietzsche ebbe Rudolf Steiner, dall'altra abbiamo un poeta che, come ultimo atto di rivolta verso la presa di coscienza del male del mondo, scrive una poesia come la Ginestra, consegnando ai posteri uno dei più potenti ed alti pensieri di luce che possano essere fatti.
Da una parte l'uomo caduto nel baratro di un abisso senza fine, dall'altro l'uomo che di fronte all'abisso si salva con un fortissimo pensiero di Luce.
Luce e oscurità, un connubio indissolubile, un dualismo essenziale dal quale ogni serio ricercatore potrà trarre importanti stimoli di riflessione, di seguito il link a un filmato di notevole interesse. Buona visione 








sabato 8 giugno 2019

CIRCA L'ARTE E L'ARTIGIANATO


(Virginia. collage digitale)


Nell'introduzione della CARTA INTERNAZIONALE DELL'ARTIGIANATO ARTISTICO leggo che "gli oggetti dell'artigianato artistico e tradizionale vanno considerati opere dei popoli recanti un messaggio spirituale e culturale, nonchè testimonianze delle tradizioni e della creatività da trasmettere alle prossime generazioni", sfrutto quindi il mio canale privato, e cioè il presente blog, per dire la mia opinione strettamente personale e umana. Parlo come artista che si interroga circa la realtà in cui si trova, cercando di capirla al meglio delle possibilità che il Signore le ha fornito e in seguito tento di rendere un contributo, fosse anche solo con una riflessione che non leggerà nessuno.... .

Ritengo che nella frase citata sia racchiuso il seme della Rinascita, questo mi rende particolarmente seria e timorosa.
I timori più grandi, inutile dirlo, vengono da una parola, che è un aggettivo e cioè "spirituale". Con questa parola infatti si apre, ai miei occhi, una porta che è rimasta chiusa fin troppo a lungo, per noi evoluti uomini occidentali.

Se è vero, come è vero, quello che leggo, l'artigianato artistico rappresenta, tra le altre cose, una risorsa economica.
Se è vero, come è vero, che l'artigianato artistico reca un messaggio spirituale, mi trovo di fronte a un valore più ampio, un valore quantificabile secondo due parametri, dei quali uno è di difficile quantificazione (il messaggio spirituale).

Che messaggio spirituale può recare un prodotto artigianale?
Dal mio punto di vista può recare un messaggio cosmico, perchè dal mio punto di vista tutto ha un'anima, anche la puffetta dell'ovino kinder...
Può un oggetto avere un'anima?
Certo che può, può addirittura contenere l'anima di un popolo intero.

Seguendo questa corrente riflessiva, mi rendo conto di essere giunta a quello che secondo me è il nodo dei nodi della questione e cioè il cambiamento onnicomprensivo che stiamo vivendo e che ci costringe, volenti o nolenti, a porci delle questioni che finora non avevamo pensato potessero andare a braccetto con l'economia.
Perchè alla fine, da qualsiasi punto di vista la vogliamo guardare, se si esclude la possibilità della scelta eremitica, tutto si riduce a una questione di denaro, in quanto energia necessaria per fare le cose e per pagare le bollette e gli affitti.
Se però usciamo per un secondo dalla logica individualista e soffocante a cui ci costringe la necessità della sopravvivenza, possiamo osare di ipotizzare la costruzione di realtà nuove, che non devono per forza avere la forma di ecovillaggi, possono anche prendere la forma di fucine creative, luoghi di scambio di idee, luoghi di comunicazione, centri di primo soccorso per outsider desiderosi di collaborare al Nuovo che avanza.
Questa riflessione, lungi dal voler proporre soluzioni, ha l'ambizione di incontrare palati sottili, che sappiano riconoscere la freschezza dell'erba di campo...e che siano affamati abbastanza da sentire ancora l'odore di fresco, in mezzo al crollo di Babele.

lunedì 20 maggio 2019

Una riflessione seria si pone a questo punto del mio percorso di artista. La riflessione che voglio iniziare ad affrontare è quella del fenomeno dell'arte diffusa, che pare proprio sia il fenomeno del XXIesimo secolo,almeno come io lo intendo.
Il mio quindi non vuole essere se non quello che è, un contributo attraverso il mio canale personale che mi sono costruita dal 2003.

Cosa è l'arte diffusa?
L'Arte diffusa è un'idea che scende. Le idee sono così...scendono dal piano iperuranico. E' innegabile, sfido chiunque a mettere in discussione Platone.


L'arte diffusa è qui e ora.
l'arte diffusa vuol dire esserci.
Chi c'è c'è e chi non c'è ci sarà (OVVIO) o non c'è mai stato...però potrebbe rischiare di esserci.Insomma, un bel rompicapo degno di Alice in Wonderland.

Un "casino cosmico" dicono i maestri.

Bella storia! Sono onorata di esserci e di non essere sola.
Si perchè il punto è quello: la solitudine.
E di fronte alla solitudine siamo tutti presenti!!!!

Quindi io CI SONO E DICO: W L'ARTE DIFFUSA e siccome ho imparato ad alzare dico:

VI AMO TUTTI: FAMOLO STRANO.

TANTI AUGURI A CHI HA CAPITO IL SENSO DELLA VITA.






giovedì 21 febbraio 2019

Le stanze dell'apprendimento II (BIZARRE BAZARRE)





Le Stanze dell'apprendimento II (Bizarre Bazarre) è il titolo della terza mostra personale che sto preparando e che mette un altro punto nel difficile cammino che ho intrapreso all'interno del mondo dell'arte. 
Cammino che si accompagna necessariamente al mio personale percorso umano di ricerca e che si è concretizzato artisticamente in due precedenti personali dal titolo "Santa Subito" (tenuta presso il Castello Malaspina di Massa nel 2017) e Le Stanze dell'Apprendimento (Tenuta nelle Sale delle Grasce del complesso di Sant'Agostino a Pietrasanta nel 2018).





Questo terzo appuntamento costituisce quindi il terzo momento della mia esperienza e si pone l'obiettivo di mostrare al pubblico interessato i prodotti della creatività applicata al percorso definito spirituale e fare un "riassunto delle puntate precedenti", creando un vero e proprio bazarre di suggestioni.
Le stanze dell'apprendimento è la definizione che ho scelto per evidenziare il fatto che, all'interno di un percorso di crescita, tutto diventa esperienza portatrice di un messaggio che, se ben compreso, permette di compiere un vero e proprio salto qualitativo.
Viviamo un Tempo molto complesso dove tutti siamo chiamati ad affrontare prove sempre più difficili, un tempo di finis terrae, in cui assistiamo al definitivo crollo di tutto ciò che credevamo "reale". La sensazione di perdere la terra sotto i piedi è esperienza ormai condivisa in ogni settore, dalla politica all'economia, niente ormai fa più intravedere possibilità di uscita da una realtà che è profondamente malata nella sua essenza.



Malattia esterna che è solo il riflesso di una malattia interiore dell'anima che ci affligge tutti, con diversi livelli di gravità. Restare vivi e centrati, senza perdere la carica ottimistica necessaria per non farsi travolgere definitivamente dal caos imperante, significa aver imparato a volare.

Quando tutto crolla, si può reagire in molti modi. C'è chi piange, chi si arrabbia e inizia a lanciare croci ovunque inneggiando a una presunta "ragione" che ha evidentemente perso la sua battaglia e non accetta la sconfitta, c'è chi si aggrappa a brandelli di terra ancora non crollati e cerca di collaborare alla ricostruzione di qualcosa di ancora indefinito, qualcosa di Nuovo. La necessità del Nuovo diventa quindi non solo la promessa di quel benessere negato da sempre alla maggioranza degli esseri umani, ma anche l'unico tentativo reale di costruire prospettive future.

Parlare di futuro in tempi di totale decadenza è una prova.

Il nuovo incontra infatti incomprensione, sospetto, diffidenza, aperta ostilità, se poi lo si propone in un terreno infetto come quello in cui ormai versa la nostra società, il nuovo diventa elemento di disturbo da combattere oppure, ancora peggio, salvagente a cui aggrapparsi senza sapere come rapportarcisi.
Il nuovo infatti, proprio per salvaguardare il valore salvifico che porta, non può piegarsi a nessuna delle deformazioni che il caos comporta, deve restare puro e fermo, proprio perchè deve costituire un exemplum che resti nel tempo.

giovedì 14 febbraio 2019

Lettera appassionata





Oggi, San Valentino 2019, solo oggi, voglio scrivere una lettera a Frida, una lettera di risposta alla raccolta delle sue Lettere Appassionate (a cura di Martha Zamora), 29 Carte d'artisti, Abscondita editrice, Mi, 2002.


Cara Frida, la tua presenza posso dire che mi ha accompagnata. Non ricordo se sei entrata prima dalla porta visiva o da quella mentale, so solo che in poco tempo avevo letto le tue lettere e ti avevo sentita...poi avevo guardato le tue opere e ti avevo vista...poi avevo letto della tua vita, avevo visto il film che mi era piaciuto anche se, secondo me, la tua vita era molto più truculenta rispetto a quello che emerge dal film...certo, ci sono delle scene degne di una vera Donna, come quella alla festa, con Diego che ti guardava come una creatura strana, unica, GRANDE.
Cara Frida, presenza costante, io ho sentito più di tutto il tuo dolore, ma di quello non voglio parlarne in questa lettera, perchè mi hai uccisa e io ho già i miei problemi al cuore (sono stata operata...niente in confronto a te, ma mi è bastato giuro).
Vorrei ricordare un episodio della tua vita, di cui ho già scritto qui:


...perchè davvero quando l'ho letto io ti ho AMATA INCONDIZIONATAMENTE. Ho letto della reazione e della tua controreazione e ho goduto, come può godere una donna grazie a una donna.

Perchè sai, tu sei un esempio, un esempio di tante cose e il mondo lo sta scoprendo...certo, vederti sulle borsette e sugli accendini mi fa capire che forse si è un po' andati oltre...ma da quando ho visto le figurine di Papa Francesco edite dalla Panini, ho compreso che il mondo era cambiato e io forse appartengo a un altro mondo...tu avresti compreso, si. Avremmo parlato.... ma cosa importa? Stiamo parlando adesso o quanto meno, io sto parlando e qualcuno sta leggendo e forse, in questo momento, tu ci sei...un momento di presenza che fugge veloce come un lampo, chi c'è c'è...chi non c'è ci sarà o non c'è mai stato (questa è mia, mi è venuta così un giorno e non mi ha mai più lasciata...sai, l'intuizione...)
A proposito di intuizione...sai cosa ho trovato?
Ti avevo letto la carta natale e non avevo capito niente di quello che avevo scritto. Adesso, a distanza di anni, inizio a capire.
Anche perchè quelle poche nozioni di astrologia che ho inglobato negli anni di “studio matto e disperatissimo” hanno finito la putrefactio e ritornano trasformati in cose “che so”...perchè le so,non importa.


Quindi apro l'agenda segreta e leggo:
Frida Khalo, 6 luglio 1907 h.8,30 Coyoacan (Mexico).
Wow...
Poi leggo: “appunti per ritratto di Frida Khalo”:
“Affinchè i rami di un albero giungano al Cielo, le sue radici devono giungere all'inferno”
(Detto alchemico medievale)

*congiunzione sole/nettuno: egotismo spirituale, il senso del dovere verso gli altri, il dedicarsi e consegnarsi completamente agli altri...ecco spiegata la tua totale abnegazione per Diego (non me ne voglia). Quando ho letto, nelle lettere appassionate, la descrizione fisica che ne hai dato, ho compreso quanto le influenze astrali possano trascendere la forma fisica.
Ti cito, a pag 48 delle lettere appassionate scrivi: “non credo che a Diego interessi particolarmente avere un bambino perchè quello che lo preoccupa maggiormente è il lavoro E HA PERFETTAMENTE RAGIONE”

..e io comprendo perchè a Diego piacevi coi baffi....


...e ti osservo e non posso che pensare che il Messico non ha rispettato la vostra ultima volontà e cioè quella che le vostre ceneri fossero unite...e niente, prima o poi arriverà qualcuno di ispirato a dirlo a chi comanda in Messico, di riunire le vostre ceneri...che il culto dei morti comprende il rispetto delle loro reciproche volontà, prima di ogni altra cosa.



Dalle tue lettere emerge anche che Diego soffriva di depressione, e comprendo che deve essere stato difficile stargli accanto, infatti scrivi:

“Se non lo vedo contento non riesco a stare tranquilla e la sua salute mi preoccupa più della mia”.

In questo credo che tu sia esempio di qualcosa che non comprendo, qualcosa che trascende l'istinto di sopravvivenza. Io credo che la vita sia una prova e la tua è stata una prova esemplare, infatti sto scrivendo una lettera appassionata!

Certo, eri una che si faceva sentire, una leonessa vera, capace di indignarsi e di scrivere una

lettera al Presidente del Messico Miguel Aleman...

quando ancora scrivere una lettera aveva un senso...adesso è tutto finito..comunque, era una lettera strettamente personale e confidenziale...una lettera di quelle che le scrive una Donna, con la D. quello che c'è scritto, me lo tengo per me, chi fosse interessato può tranquillamente cercare la pubblicazione, che c'è.
Eri una combattente, perchè eri una passionaria, di quelle che quando partono non le fermi e di solito son quelle che combattono per una causa, giusta o sbagliata non sta a noi giudicare...io poi pratico la tecnica della sospensione del giudizio interiore e mi trovo così in pace che non torno più indietro.

Cara Frida, nella tua carta natale i pianeti trans-saturniani hanno un'importanza fondamentale, altrimenti non avresti veicolato le potenti immagini dell'inconscio collettivo messicano per farne uno dei quadri più belli e sciamanici che abbia mai visto, insuperabile, secondo me (Madre Terra)



...poi lo sai, ci sono un sacco di esperti di arte che dicono che non “sei brava”...vabbè, ma si sa, l'arte è una cosa strana, e l'artista una bestia multiforme, inoltre la riflessione è una legge fisica ormai spiegata, quindi si tende a vedere fuori ciò che ci portiamo dentro e con tematiche collettive diventa un caos inestricabile.

Cara Frida, eri una grandissima empatica e hai sofferto le pene di un destino forte, intenso, che ha lasciato un segno indelebile, infatti, che piaccia o meno, sei entrata nell'immaginario collettivo di un'epoca...e non te ne fregava niente, Frida TI AMO.




venerdì 4 gennaio 2019

4 gennaio 2019: Sant Ermete





Una delle difficolta' piu' grandi del vedere, e' quella di imparare a tacere. Quando comprendi che i demoni esistono realmente e godono nel generare sofferenza a chi li disturba, impari a non guardare. I demoni infatti hanno tutto un loro modo di agire e sfruttano i canali aperti per muoversi e saltare da una persona all'altra, come fossero scimmie. Altra caratteristica dei demoni e' quella di fare gruppo compatto e scagliarsi contro chi li minaccia. In questo senso, l'essere umano diventa veramente un burattino da manovrare ed e' scioccante vedere quanto precise e puntuali siano le conferme a questa cosa, una volta che l'hai vista. 
Ma si sa, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi...
Portiamo impresso nel corpo, nei tratti del volto, nella luce che emerge dagli occhi quello che siamo.
La fisiognomica non e' una stupidaggine. 
Anche le mani parlano.
In realta' tutto parla, portiamo nel corpo i segni di cio' che ci attraversa, e le nostre azioni sono tutte registrate, ed e' bello arrivare a questa certezza, e' un balsamo che cura la ferita di dover subire, tacere e magari prendersi anche le colpe di essere quello che non sei.
Nel gioco delle parti, tutti vogliono fare la parte dei buoni...lo stronzo (o la stronza) non lo vuole fare nessuno...
La Coscienza e' una cosa Seria, il percorso spirituale e' un percorso che inizia quando la personalita' e' stata lavorata a lungo e l'ego ha subito molte morti...
per il resto ci sono i cinepanettoni e il narcisistico afflato a dimostrare di essere nella luce....