domenica 21 giugno 2020

L'UOVO DELLA DEA



Parlare dell'uovo della Dea significa rivolgersi solo a chi intuisce, significa scrivere un articolo al buio, lanciare una palla di luce oppure fare come è successo a me: prender l'uovo, farsi crescere un'altra gamba e correre con tre gambe (che con tre gambe si corre più velocemente).
Parlare dell'uovo della Dea vuol dire rivolgersi alle donne in termini di iniziazione e agli uomini in termine di gnosi, e a tutti in termine di: o ti interessa oppure sloggia pure da qui che tanto non capirai cosa c'è scritto.
Parlare dell'uovo della Dea significa sentirsi un pò streghe, con tutto quel che ne consegue....non sempre "bello" diciamo così; ma parlare di streghe significa anche parlare di visione e allora le cose cambiano, eccome se cambiano.
Si perchè arriva un certo momento in cui si deve scegliere. Non si può più rimandare anzi, bisogna considerarsi fortunati se ci siamo resi conto che abbiamo rimandato perchè vuol dire che almeno qualcosa in noi vibrava. Se arriviamo alla scelta senza nemmeno rendercene conto...beh, boh, cavoli di chi ci arriva così, io vado avanti.
Parlare dell'uovo della Dea significa chiedersi cosa è, l'uovo della dea....ma cos'è?
E niente, cos'è...è un uovo. Un uovo lo conoscono tutti, chi non ha mai visto un uovo?
Si ma...di che colore è?
Anche lì dipende: può essere di tutti i colori possibili e impossibili, ricordiamoci che è l'uovo dellA Dea non un uovo qualsiasi...è l'uovo, non un uovo.
Ma è l'unico?...la storiella del coniglio che a Pasqua trova le uova ha esattamente questo senso...Pasqua...le uova...e vabbè, sarà per un'altra Pasqua, ormai siamo quasi a Ferragosto...  .
Parlare dell'uovo della Dea significa sentirsi umilmente parte di qualcosa di più grosso. Umilmente però non vuol dire "fantozzianamente", quello è lo stereotipo del moderno mascherinato, timoroso non di Dio (magari), ma di far bene il compitino assegnato dall'alto...fosse anche il vicino del piano di sopra che ha scaricato l'app immuni.
Parlare dell'uovo della Dea significa vedere queste cose, cercare di riderci e provare il pirandelliano sentimento del contrario.
Parlare dell'uovo della Dea significa dire: ma vi vedete? e accorgersi di esser seduta in un posto privilegiato e quindi ringraziare sempre e mantenere una gentilezza interiore non per essere "la più ganza di tutte" ma per non dispiacere una Maestra vera, che è sopra ognuno di noi.
Parlare dell'uovo della Dea significa saper controllare il disprezzo talmente devastante alle volte da trasformarlo in pietas, ma non perchè uno riesce a provarla la pietas, ma solo per non esser uccisi dalla nausea. Parlare dell'uovo della Dea significa parlare di politica della vita in opposizione alla politica della morte.

giovedì 18 giugno 2020

FACCIAMOCELA LA DOMANDA



Facciamocela la domanda dalle cento pistole una volta per tutte:
Ma cosa stiamo facendo? Dove stiamo andando? Davvero questo è il mondo che vogliamo?
Ci sono momenti storici in cui "spararla grossa" ha un senso. 
Sono stata definita in vari modi, idealista è la cosa più gentile e forse più vicina al vero che mi sia stata detta.
"Avere la testa tra le nuvole" non significa essere stupidi e nemmeno poco affidabili e nemmeno assenti dalla scena. Io ci sono e mi pare di dimostrarlo in tutti i modi possibili. Ma quello che viene definito "stato di sonno" impedisce alle persone di andare oltre al velo della complicazione iperlogica nella quale la nostra ottusa cultura occidentale ci ha rinchiusi.
Non vediamo più in là del nostro naso e dalle poche cose che possiamo scorgere abbiamo la presunzione di pontificare su tutto e ci arroghiamo il diritto di sapere...quando invece non sappiamo un bel niente, siamo delle formiche in balia di tutto quello che ci passa sulla testa.
Ottusi e ciechi ma presuntuosi e oltremodo attaccati alle scemenze che ci stanno portando alla fine. Perchè da qualsiasi parte la vogliamo guardare, la situazione che stiamo vivendo adesso ci sbatte in faccia che tutto quello che abbiam fatto finora ci ha portati alla fine della corsa. Che fare? Possiamo continuare a illuderci che vada tutto bene, possiamo continuare a metter la testa sotto la sabbia come gli struzzi (che mi piace far notare lasciano il culo di fuori) possiamo continuare a far finta di adoperarci per fare qualcosa. Ma cosa stiamo facendo? Ma tu che leggi, te lo sei mai chiesto chi sei? Mi permetto di suggerirti uno spunto di riflessione: sei un essere che sta assistendo a un passaggio epocale, se non te ne rendi conto sei un numero anonimo buono solo per esperimenti e statistiche. Se invece te ne rendi conto allora credo proprio sia arrivato il momento di chiederti che funzione hai rispetto a quello che sta accadendo. 
Non vale più ottundersi la coscienza con vari metodi, perchè se siamo a una svolta, siamo a una svolta.
La mia speranza è che il movimento di presa di coscienza che si sta manifestando diventi un'onda sempre più alta. L'illusione non è la mia.